lunedì 30 marzo 2009

Prove tecniche di narrazione.

Un mio caro amico sta premendo per farmi partecipare ad un concorso letterario, in cui dovrei scrivere un breve racconto a tema libero. Fra i tanti problemi che questa cosa mi costringe ad affrontare, quella riguardante questo fantomatico tema libero è la più disturbante: quale diavolo di tema affrontare?

Dato che nessuna ne faccio, ma cento ne penso (è fatto così, più di tot il mio cervello non contiene), ho provato a elaborare qualcosa per ogni genere e tipologia di racconto che conosco. Vediamo insieme (sì, dico a te, non azzardarti ad andartene) cosa ho partorito (abortito):

giallo/noir - Un uomo viene trovato morto in una stanza chiusa. Un detective - che ho distinto dai soliti detective presentandolo come un uomo rude con la barba incolta - indaga, ma la vedova del morto ci prova col detective. Egli, che è rude e ha la barba incolta, declina la gentile offerta (cioè la confessione della donna). Il colpevole, colpo di scena!, non verrà mai trovato.

fantascienza - Un uomo viene trovato sbranato in una astronave chiusa. Un membro dell'equipaggio - per distinguere lo presento come un giovane trentenne, aitante, ma incline allo studio -, che fra l'altro, è pure l'ultimo rimasto vivo, indaga. Ma un mostro si aggira per i silenziosi corridoi del spaziòvolo (spazio-velivolo), ignaro del nostro giovane, biondo, eroe. I due, dopo un lungo girovagar, s'incontrano. Un urlo lacerante strazia lo spazio. Colpo di scena: chi dei due avrà sbranato l'altro?

avventura - Un uomo viene trovato sepolto sotto le sabbie dell'infocato Egitto. Un archeologo - che si distingue per essere un subalterno del potente Zahi Hawass - indaga. Misteriose morti scuotono Il Cairo, e la mummia di Fatebenefratèll II scompare. La notte decisiva l'amante dell'archeologo viene rapita ma lui, seguendo le strida di lei, la trova - all'ombra, anche se è notte, della Grande Piramide - fra le braccia della mummia di Umbèrt I e, dopo mille cazzotti, riesce a liberarla. Tutto sembra tranquillo ma, colpo di scena, della mummia di Fatebenefratèll II non se ne saprà più nulla.

rosa - Un uomo viene trovato disteso su un letto a baldacchino, colpito da infarto. Una donna - per distinguerla la facciamo coi capelli ricci e del colore del mais -, che poi è la ragazza che il defunto aveva amato dai 5 ai 25 anni (mese più, mese meno), piange lacrime amare stringendo forte forte la mano di quello che, dai suoi 4 ai suoi 24 anni, era stato l'amore della sua vita. Dopo mille e mille pianti e ricordi del passato, l'attuale marito di lei entra e la riporta a casa, chè la torta di mele è pronta. Un racconto con un lieto fine, ma che fa della malinconia la sua forza, soprattutto perchè - colpo di scena - non viene rivelato quanti anni ha la donna adesso e quanti ne aveva il morto prima di morire.

legal thriller - Un uomo viene trovato annegato in un fiume inquinatissimo. Un giovane avvocato - lo distinguiamo perchè, a differenza degli altri, è rampante e impomatato - accetta di condurre la causa della zia del morto contro la cattivissima DetersivoLindo Inc, rea, a loro avviso, di scaricare nel fiume tonnellate di sostanze inquinanti. Indagando con l'aiuto di un hacker e di una prostituta del Bronx, l'avvocato riesce a smantellare gli intrighi della mefistofelica azienda di solventi e a farla condannare ad un'ammenda di 10000 euro (più l'inibizione per il suo presidente). Il fiume torna pulito, almeno per qualche tempo. Ma rimane un ultimo dubbio, che costituisce il colpo di scena che mi rende più abile di Grisham: cosa ci fa una prostituta del Bronx a Torino?

racconto esistenziale - Un uomo muore sul ponte di Owl Creek. Un uomo - che non distinguiamo perchè sennò si rovina la sorpresa, ma che è lui stesso - ripercorre la propria, miserabile vita. Alla fine muore ma, con un astuto colpo di scena, non sappiamo come.

giallo "classico" - Un uomo muore bevendo del te coi pasticcini. Un'anziana vecchina - che distinguiamo perchè è Angela Lansbury - indaga. Pian piano muoiono tutti quelli che si trovano nei paraggi. Angela Lansbury, osservando bene il ritratto di nonno Peppone e notando che la ramazza è calda due picofarad (segno che è stata usata di recente), capisce che il tè era avvelenato, cosicchè vieta a tutti i (pochi) presenti di berlo. Questi obbediscono, ma muoiono tutti lo stesso. Angela si consola con un pasticcino e muore anch'essa. Colpo di scena:forse non era il tè ad essere avvelenato.

racconto giovanile - Un uomo di 16 anni muore impiccandosi. Una ragazza - che distinguiamo perchè ha 15 anni ed è gnocca - non ne comprende la motivazione e, per consolarsi, la da a tutta la squola (l'errore è voluto per calarci melio nel ambiente a noi). Nel frattempo fanno gli esami, e passano tutti. Vivono tutti felici e contenti, e nessuno mai capirà il perchè il giovane uomo s'è suicidato. Forse perchè non scopriranno mai che a lui, lei nn gliela 'veva data mika (questo è il colpo di scena che chiude il racconto).

La scelta è ardua: cosa sceglierò?

martedì 24 marzo 2009

Il film su Watchmen? Beh, non si può dire che non si veda il pene.


Ho visto il film Watchmen, e mi è piaciuto. Non ho mai letto il fumetto, ma mi è piaciuto lo stesso (sì, avete capito bene: mi piace anche senza averlo mai letto).
Il mio commento forse lo farò più avanti, o forse non lo farò nemmeno: che altro potrei dire in più su questo Capolavoro Universale (l'opera in sè, non il film) che tanti - troppi - altri non abbiano già detto e ridetto?

Niente, a parte che Alan Moore è un pirla, e Zack Snyder pure.


No, il titolo del post (i lettori di Rat-Man e gli spettatori del film avranno colto) può bastare.

(sappiate che sto per iniziarlo: edizione integrale, in lingua originale, il tutto squisitamente per vie illegali.)

venerdì 20 marzo 2009

Camminare è un gesto sessista.

La società moderna se ne è inventate tante per complicare la vita alla gente (si pensi, ad esempio, alle Ferrovie). Uno dei paletti più odiosi che ha posto è la differente andatura che uomini e donne devono tenere mentre camminano.

Come tutti saprete, le donne sono tenute a muovere leggiadramente i glutei, ancando a destra e manca: non se ne conosce bene il motivo; sicuramente inciderà la particolare conformazione fisica femminile, ma sospetto che dietro a tutto si celi la sfacciata deriva pornografica che sta caratterizzando gli ultimi tempi (chi guarda il Big Brother sa a cosa mi riferisco). Insomma, chi ha organizzato tutto questo vorrebbe che le donne adescassero gli uomini in ogni momento, come se i maschi stessero sempre a guardare il fondoschiena alle ragazze (io, purtroppo, per compiere questi studi ho dovuto farlo, ma sappiate che è stata una sofferenza).

E gl'uomini? Come dobbiamo camminare noi rudi maschiacci (anche se definire "rude" il sottoscritto è come dire che Mourinho è un capace allenatore)?
Beh, abbiamo diverse opzioni. Possiamo sfruttare l'andatura a "gambe allargate", tipico dei gangsta-rapper, che permette un sollievo fisico all'altrimenti compresso muscolo virile e al contempo facilita al boss la segnalazione del passaggio della propria gang; la camminata "a là impiegato statale" consente a chi è frettoloso di recarsi ove meglio l'aggrada, senza per questo sminuire la propria carica di ormoni, benchè tale opzione sia adottabile solo se indossati pantaloni di una certa eleganza (i jeans non sono consigliati); il passo "casual" - qui sì che i jeans sono preferibili! - non travalica nè l'una nè l'altra andatura, ma trova più conveniente concentrarsi sugli ostacoli incontrabili sul percorso che sul modo in cui si sta camminando: a volte, per aggraziare un passo e alternare il 2° piede al 1° con soluzione di continuità, si tende a non notare le svariate buche di cui le vie italiane sono costellate, procurandosi così storte dal dolore immane.

Recenti studi hanno stabilito che la preferenza del gentil-sesso è rivolto verso la terza di queste alternative: un maschio che pensa al sodo e non all'apparenza è più affidabile - in un contesto futuro - di un fighetto che seduce e magari abbandona.

Dal canto mio, e qui entriamo nella sfera privata, ho amaramente constatato che mi ritrovo a bazzicare fra l'essere un impiegato statale e una persona normale. La mia indole mi porterebbe a dare importanza al panorama (magari osservando altri glutei femminili, ma solo per compiere altri approfonditi studi sull'argomento, sia chiaro), fregandomene, banalmente, "di come cammino". Eppure il mio tirar tardi su praticamente ogni cosa fa sì che debba ogni volta correre - da intendere come "camminare a passo svelto"- onde evitare di perdere i vari treni che debbo prendere al dì.
Ulteriore complicazione - e veniamo al sodo - deriva dalla cartella a tracolla che come un pollo m'accollo al midollo tutti i giorni. Se ne avete mai provata una, sapete bene come essa infierisca sul povero, maschio, sedere, picchiandolo ad ogni tentativo di avanzare sull'asfalto le suole. Se la società in cui viviamo non avesse imposto alla gente anche il modo di camminare, oggi potremmo risolvere il "problema cartella" con poderose e regolari ancate, tramite cui allontanare di volta in volta la minaccia.
Ma non possiamo, perchè solo le donne possono ancheggiare. Il che, per i miei gusti, è anche cosa gradita (per quelli che erano come il poviano Luca forse no), ma non è questo il punto.
Il punto è che siamo schiavi. Schiavi di una società da noi stessi creata. E finchè non faremo qualcosa, tutti insieme, rimarremo sempre sottomessi a chi gode nel vederci soffrire (si pensi, ad esempio, alle Ferrovie e ai produttori di cartelle a tracolla).

lunedì 16 marzo 2009

Ancora una volta Franco Battiato aveva capito tutto prima degli altri.

Ci sono tanti misteri irrisolti a questo mondo (Giacobbo docet). A cosa serviva il complesso megalitico di Stonehenge? Chi ha costruito le piramidi? Esiste vita nell'universo?
Tutti enigmi ancora da svelare. Ma ce n'è uno molto, ma molto più inquietante, su cui da 28 anni i più esimi studiosi si stanno scervellando, senza risultato alcuno.
Ebbene, noi - nella persona di me -crediamo di essere riusciti là dove tanti altri hanno miseramente fallito. Noi abbiamo scoperto, finalmente, che cosa diavolo vuole dire il testo di Centro di gravità permanente di Franco Battiato!




Una vecchia bretone
con un cappello e un ombrello di carta di riso e canna di bambù.

Capitani coraggiosi
furbi contrabbandieri macedoni.

Gesuiti euclidei
vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori
della dinastia dei Ming.

Cerco un centro di gravità permanente
che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente
avrei bisogno di...
Over and over again.

Per le strade di Pechino erano giorni di maggio
tra noi si scherzava a raccogliere ortiche.
Non sopporto i cori russi
la musica finto rock la new wave italiana il free jazz punk inglese.
Neanche la nera africana.

Cerco un centro di gravità permanente...
Over and over again
you are a woman in love baby come into my life
baby I need your love
I want your love
over and over again.

E' tutto molto semplice: la regina d'Inghilterra Elisabetta II° (è lei la vecchia bretone), con il suo consueto ridicolo cappellino di carta e armata, per l'occasione, di una canna di bambù, si reca in Cina. La Cina è la nuova potenzia mondiale, oggi alla pari con gli USA, ma presto destinati a scalzare gli yankee e ad imporsi dominatori del mondo. Il popolo di Mao si distingue in praticamente tutti i campi, dall'economico allo sportivo, dall'amministrativo a quello della sicurezza, e questo perchè i cinesi, leader (capitani) mondiali, sono coraggiosi, sono furbi, sanno adattarsi alla situazioni (come i contrabbandieri) e, perchè no, mangiano tanta frutta (da qui il riferimento ai macedoni).
Purtroppo, ci ricorda mestamente Battiato, i cinesi sono costretti, ogni santo dì, a combattere la mostruosa invasione del popolo tibetano: non passa giorno che quei repressivi gesuiti dotati di euclideo raziocinio (caratteristica di chi sa cosa vuole), vestiti come bonzi, tentano di entrare alla corte degli imperatori cinesi e metterli sotto scacco: per le strade di Pechino non si può girare tranquilli, denuncia il cantante siciliano. E se per caso i monaci dovessero beccarvi a raccogliere ortiche, beh, sappiate che lì le multe per chi danneggia le aiuole sono molto, ma molto salate.
E Battiato (che in Cina c'è stato) non può, come nessuno di noi potrebbe in quella situazione, assistere a cotale violazione dei diritti civili, perciò ecco lo sfogo, lo sfogo di tutti noi: abbasso i cori russi (che, essendo russi, nessuno riesce a capire), la musica finto rock (come quella dello stesso Battiato, animo sensisbile, arrivato a colpevolizzarsi in solidarietà ai cinesi), la new wave italiana e il free jazz punk inglese, e, pensate, neanche la nera africana: in questo momento non pensiamo all'Africa e ai suoi soliti bambini affamati, c'è un altro popolo. ben più lontano (almeno geograficamente) da salvare. Questo è il messaggio d'allarme che lancia Franco Battiato.
Un messaggio che, dopo tanti anni - la canzone è dell'81 - tutti dovremmo seguire, per ritrovare quel centro di gravità permanente, così chè la Cina voli in alto e ancora più in alto. Perchè la Repubblica di Mao è come una donna, di cui abbiamo assolutamente bisogno affinchè l'economia mondiale non tracolli del tutto.
E, siamo sicuri, l'appello di Battiato non rimarrà inascoltato ancora a lungo.

venerdì 6 marzo 2009

Piove, piove. (un'ode alla morte)

Piove.
Piove.
La gatta
non si
muove.
(No.)

Si accende
una
candela,
si dice...
"Buonasera".


Stella
- stellina -
la NOTTE
s'avvicina.
(Eccola.)


La fiamma
traballa.

La mucca
è nella stalla.
(L'orrore.)

La mucca e il suo...
Vitello;
la pecora e...
l'Agnello;
e tutti fan
la NANNA

sul

cuore (...)

della mamma.

lunedì 2 marzo 2009

Re per una volta e Re per sempre.

Tutto cominciò quando una luce accecante mi accecò (se fosse stata abbagliante probabilmente mi avrebbe abbagliato). Tornata la vista, potei notare che dinanzi a me, dove prima non c'era nessuno, si trovava ora un ometto basso, rugoso, elegantemente vestito. Era Silvio Berlusconi, I°Re d'Italia&Balcani.
Mi raccontò di essere giunto dal futuro (le tecnologie del domani permettevano questo ed altro, anche se nell'"altro" non erano incluse le centrali nucleari di terza generazione), precisamente dall'anno 2059, anno in cui erano in corso le celebrazioni per il primo cinquantennio del Regno di Silvio I°. Infatti, come lo stesso cronauta aggiunse, fu proprio nel 2009, il "nostro" 2009, che si compì l'ormai famosa Marcia su Milano o Marcia di Settembre, che portò alla trasformazione coatta della Repubblica Italiana in Regno d'Italia (rinominato "d'Italia&Balcani" l'anno successivo, con l'annessione di Albania, Kosovo e paesi limitrofi), alleandosi con il Vaticano, spostando la capitale nel capoluogo lombardo (lasciando il titolo di "capitale religiosa" a Roma) e cancellando persino l'inoffensivo Stato di San Marino.
Il 2009, proseguì il mio curioso ospite, è stato (sarà) un anno cardine. Dapprima in maniera invisibile, poi via via sempre più sfacciatamente, il Governo svuoterà il Parlamento, imbavaglierà la stampa, limiterà l'accesso ad Internet ed instillerà nel popolo italiano un odio o comunque un fastidio per il "diverso", nazionalmente o sessualmente parlando. E, a ben pensarci, era proprio quello che stava accadendo, benchè fossimo solo all'inizio.
Silvio I° terminò la sua angosciante narrazione, e catarticamente ammise di essersi pentito, dopo aver osservato come aveva realmente ridotto il suo Regno (basti pensare ai danni provocati dall'uscita dall'Unione Europea e il susseguente ritorno alla Lira, svalutatissima e malvoluta dal resto del globo). Per questo, senza consultarsi con nessuno, agendo da solo ed evitando accuratamente i pallettoni degli sgherri del mefistofelico vicerè Maroni, Silvio si era introdotto nell'ormai smantellato - a causa della riduzione progressiva dei fondi per la ricerca - Cern di Ginevra e lì aveva usato la macchina del tempo, messa a punto nel 2044 dal ing.Eriberto Giorgio Bene. Tutto questo con un solo scopo: uccidere sè stesso.
Non starò a raccontarvi tutto quanto per filo e per segno, sappiate solo che un giorno, in Maggio, o forse era Giugno, non ricordo, riuscimmo ad avvicinarci al Presidente del Consiglio, intento a recitare un discorso davanti ad una consistente massa di giornalisti di Libero e casalinghe di Vigevano. Terminato il proclama, il premier si ritirò dietro il maxischermo che sovrastava il palco, e un BANG! secco lo centrò in pieno petto. La folla di dimenava, sconvolta, le donne urlavano, i bambini piangevano:avrebbero perso il loro eroe favorito, se solo il mio "amico" del futuro non si fosse tempestivamente mostrato sorridente, mentre il sottoscritto provvedeva a spiegare agli agenti di sicurezza e allo Staff del premier quanto stava succedendo, avvalorando le mie tesi con fruscianti mazzi di banconote fresche, riposti ordinatamente in alcune anonime valigie plasticate.
Ripensandoci ora, dovevo proprio essermi bevuto il cervello, quel giorno che Silvio era piombato in casa mia sbucando dalle pieghe dello spazio-tempo. Ancora una volta la sua figura sgraziata ma tipicamente italiota, la sua voce dall'influsso così urbanamente meneghino, il suo sorriso mi avevano fatto il lavaggio del cervello, facendomi bere cose non vere, così come accaduto nel ventennio prima con la maggioranza degli italiani.
Purtroppo me ne accorsi troppo tardi, quando, mentre ero intento nelle spiegazioni, l'ex Re tornato dal futuro per assaporare la soddisfazione di divenirlo nuovamente, mi additò come il mittente del proiettile a cui era miracolosamente scampato.
Così, mentre ora mi trovo nel Carcere-Isola di Lampedusa, non mi resta che rivolgere a voi che mi state leggendo un disperato appello: non costruitela. Non costruite la macchina del tempo. O Silvio sarà come Artù, Re per una volta e Re per sempre.